01_Station for Lamezia - Motiurbani / Stazionimpossibili
Concept design 2009
Construction 2045-46
A shot silver coloured maglev train reaches the border of the centuries-old thick pine-wood which divides the industrial area of the never born SIR (Italian Society for Resins) from the sea. On one side, big red letters display its name: Caronte. 7.45 p.m.
One hour and forty five minutes before I was ideally drinking a toast with Alberti in Via della Vigna and now, at the height of the Mediterranean summer, I am a stone’s throw from a sunset on the sea. Who would have ever said that after seventy years the symbol of the Italian industrial failure – an emblem of public money waste, speculation and organized crime – would become the world centre for the production of organic solar cells? Nevertheless…
In the area of a chemical pole worth 230 billion liras at that time (more or less 3.9 billion euros), which never started to work and which only lived the time of its building yard – from 1971 to 1976 – 29,447 people are now working (relying on the latest data) and at least 18,000 of them are employed in the submarine levels. I get to what once was a desperate and abandoned pier. I perfectly remember it. From the cliff, in a regenerated nature, I observe colourful triggerfish in the water underneath and I turn my head back: my beautiful rail station stands, just in front of me.
02
Concept design 2009
Construction 2045-46
Un treno a levitazione magnetica di colore argento cangiante raggiunge la frontiera della profonda pineta secolare che divide l’area industriale della mai nata Società Italiana Resine (SIR) dal mare. In bella vista, sul fianco, grandi lettere rosse ne indicano il nome: Caronte. Ore 19,45.
Un’ora e quarantacinque minuti prima avevo idealmente brindato con l’Alberti dopo un drink in Via della Vigna ed ora, nella piena estate mediterranea, ero a due passi da un tramonto sul mare. Chi l’avrebbe mai detto che il simbolo fallimentare dello sviluppo industriale Italiano, emblema dello sperpero di denaro pubblico, della speculazione e della malavita organizzata, sarebbe divenuto settant’anni dopo il centro planetario della produzione mondiale di celle solari organiche? Eppure…
Nell’area di un polo chimico da 230 miliardi di lire di allora (più o meno 3,9 miliardi di euro attuali) mai entrato in funzione e vissuto solo il tempo del suo cantiere, dal ‘71 al ‘76 del secolo scorso, ora lavorano (ultimo dato disponibile) ben 29.447 persone, di cui almeno 18.000 nei soli livelli subacquei. Raggiungo quello che una volta era un disperato pontile abbandonato. Lo ricordo bene. Tra la natura rigenerata osservo, dall’alto degli scogli, coloratissimi pesci balestra e mi guardo indietro: proprio davanti a me, la mia bella stazione.
03
“Le 4 stazioni – che rappresentano i 4 OGGETTINSTABILI – identificano un MOVIMENTO FERMO, mentre come è noto in molte città italiane ed europee le stazioni sono divenute luoghi di eventi d’arte, spazi per incontri culturali, simboli eccellenti di fermenti culturali metropolitani, prevalentemente “aperti” alla vivacità artistica della street art. L’arte contemporanea si nutre di vita, tentando di interpretare il flusso in evolversi del presente. L’arte contemporanea invade le strade, dalla strada assimila il cambiamento… In questo contesto di MOTI URBANI il senso si amplifica ulteriormente perché al torpore di un corpo immobile da troppo tempo (la città)… l’ARTE COME ESTREMA RATIO. Nei pressi dell’area industriale di Lamezia Terme, a poche centinaia di metri dal mitico pontile ex Sir, (abbandonato da più di 30 anni ad una lenta agonia), ci sono “frammenti di linea nera”… Binari interrotti. Persi. Una traccia di “movimento smarrito”. Altra ruggine…
Stazioni impossibili… oggettinstabili…che forma ha il movimento?
gennaio 2009
Caterina Misuraca