01_Fallin' in love
For double the vision my Eyes do see,
And a double vision is always with me
With my inward Eye, ‘tis an old Man grey,
With my outward, a Thistle across my way. W. Blake, from Letter to Thomas Butts*
Odd and funny circumstances can be found amongst the folds of the city. With no interest for the news and generally devoid of attentions, they emerge by chance: they are sometimes unattended superimpositions, every now and then they are fortuitous interferences, or simple unforeseen occurrences. Some open backgrounds can be more occasionally be observed on these nearly jeopardized outlines, virgins in their way, seemingly proud as if touched by that aristocratic taste for not being liked. The observer disapproves, that is true, but then he uses, simplifies and out-focuses until everything gets into the daily mixture of background, routine and steady images. Hov like to intervene in these unfortunate but very sweet areas, independently – and how could it otherwise be? – from clients engaged in somewhere else. Timeless objects suspended in my double vision.
A personal tribute to the city of Ancona.
David Raponi
12th September 2007
*sentence taken from the short story “Duplice Visione” by Michele Gabbanelli
02
Perché duplice visione i miei occhi vedono,
E una duplice visione è sempre con me:
Per il mio occhio interno è un vecchio canuto;
Per quello esterno è un cardo lungo il mio cammino. W. Blake, da Lettera a Thomas Butts*
Tra le pieghe della città si ritrovano circostanze curiose e bizzarre. Senza rilievo di cronaca, e generalmente prive di attenzioni, esse emergono in modo casuale: talvolta sono sovrapposizioni inaspettate, di tanto in tanto interferenze accidentali, oppure semplici imprevisti. Più di rado si osservano su questi contorni ormai compromessi dei fondi aperti, vergini a loro modo, apparentemente orgogliosi, come sfiorati da quel gusto tutto aristocratico di non piacere. L’osservatore disapprova, è vero, ma poi consuma, semplifica e sfoca fino a far entrare tutto nel miscuglio quotidiano di immagini di fondo, abitudinarie e uguali a se stesse. Hov ama intervenire in questi ambiti diseredati ma dolcissimi, indipendentemente – e come potrebbe essere diversamente? – da committenti occupati altrove. Oggetti senza tempo sospesi nella mia duplice visione.
Un personale omaggio alla città di Ancona.
David Raponi
12 Settembre 2007
*frase in exergo tratta dal racconto “Duplice Visione” di Michele Gabbanelli